Classica

“Dolce color d'oriental zaffiro”: le novità del Ravenna Festival 2020 

La Fura dels Bauls
La Fura dels Bauls

XXXI edizione del Ravenna Festival: Cristina Muti Mazzavillani lascia la guida artistica della rassegna che ha fondato, ma resta dietro l'angolo

Dopo tanti anni spesi in prima persona, Cristina Muti Mazzavillani lascia la guida artistica del Ravenna Festival a Franco Masotti ed Angelo Nicastro. Ne manterrà solo la presidenza. Ma la prossima edizione -che andrà in scena dal 3 giugno al 17 luglio 2020, con l'appendice della Trilogia d'autunno a novembre– porta ancora in qualche modo la sua impronta. E persiste pure quella sottile traccia che sottende la rassegna da qualche tempo: la figura del sommo Dante, del quale nel 2021 si celebreranno i 700 anni dalla morte. Sopravvenuta proprio qui a Ravenna, dove le sue spoglie riposano.

Riccardo Muti (foto RM Music)

Per iniziare, un omaggio a Philip Glass

Decine e decine gli eventi in programma –ne evidenziamo solo una parte- che s'aprirà il 3 giugno con Koyaanisqatsi Live, imponente spettacolo multimediale basato sulle musiche composte da Philip Glass per l'omonimo documentario di Godfrey Reggio, che curerà la regia. In coda, altri eventi importanti: l'inedito spettacolo Confini di Agata Tomsic e Davide Sacco (13/7), i Carmina Burana di Orff allestiti da La Fura dels Bauls (14/7), e quale sigla finale, il 17/7, un Gran Galà di Danza dedicato ad Alicia Alonso.

Philip Glass (foto Fernando Aceves)

Prosa e musiche d'ogni genere

Nel mezzo, c'è di tutto. Cose inedite, come la prima a Forlì di Antonio, il santo dei miracoli, oratorio di Giampiero Pizzol e Alessandro Spazzoli (5/6); la presentazione a Piangipane di Ho ucciso i Beatles, atto unico di Stefano Valanzuolo con Sarah Jane Morris e il Solis String Quartet (23/6); ed a Ravenna di Io sono un centauro con Andrea Argentieri, spettacolo ideato dal duo Fanny & Alexander (26/6).

Tanti, ovviamente, i concerti: con i pianoforti di Nikolay Khozyainov, Filippo Gorini e Stefano Bollani (7, 15 e 18/6), con La Stagione Armonica e Sergio Balestracci (14/6), con Vinicio Capossela e l'Orchestra Cherubini (a Lugo, 19/6), con le musiche armene del Nagash Ensamble (21/6), con il Quartetto Noûs (22/6), con i Theatre of Voices di Paul Hillier (23 e 24/6), con i Philarmonic Five, solisti dei Wiener Philarmoniker (29/6).

La tradizione musicale della Corsica sarà rivisitata da due gruppi, A Filetta Ensamble e Archincanto (1/7), Neri Marcorè presenterà una serata musicale, Le mie canzoni altrui (5/7). Un evento particolare è il concerto finale dei 100Cellos, dopo una settimana di esibizioni sparse. Let's Prog!, vedrà infatti la formazione di Giovanni Sollima e Enrico Melozzi unirsi il 13/6 alla PFM e ad alcuni noti musicisti pop inglesi.

Giovanni Sollima e Enrico Melozzi con i 100 Cellos (foto Roberto Messina)

Sinfonia & Danza

La musica sinfonica risuonerà dapprima con la Budapest Festival Orchestra diretta da Ivan Fischer, solista Nicola Benedetti al violino (16/6), poi con due differenti serate offerte dall'Orchestra del Teatro Mariinskij guidata da Valery Gergiev (26 e 27 giugno). Quindi con il tradizionale appuntamento Le vie dell'amicizia, dedicato quest'anno alla Siria. Direttore, naturalmente, Riccardo Muti alla testa dell'Orchestra Cherubini (3/7). Li ritroveremo in un altro successivo concerto, insieme a Tamás Varga al cello (11/7).

Il Balletto delle Fiandre in B.R.I.S.A., coreografia di Johan Inger


Molte le serate di danza, come di consueto. Si parte con il Don Juan con Aterballetto (coreografia di Johan Inger, musiche di Marc Alvarez, 20 e 21/6). Parete Nord e Bermudas con la Compagnia MK, su coreografie di Michele di Stefano. Musiche di Lorenzo B. Hoesch, il primo; di autori vari, il secondo (29 e 30/6). Hofesh Shechter con la sua Company presenta Political Mother Unplugged (1/7). Prima del Galà di danza finale, già citato, un appuntamento con il Balletto dell'Opera delle Fiandre diretto da Sidi Larbi Cherkaoui (10/7). 

Il programma completo lo trovate al link Ravenna Festival 2020